Il secondo decennio del 21 secolo è appena iniziato e pochi si ricordano che solamente vent’anni fa abbiamo rischiato una piccola regressione digitale.
Questa riflessione nasce da un post che sta girando da qualche giorno sui maggiori social network e programmi di IM che avverte che “Quando scriviamo una data nei documenti, durante quest’anno è necessario scrivere l’intero anno 2020 in questo modo: 31/01/2020 e non 31/01/20 solo perché è possibile per qualcuno modificarlo in 31/01/2000 o 31/01/2019 o qualsiasi altro anno a convenienza. Questo problema si verifica solo quest’anno. Stare molto attenti! Non scrivere o accettare documenti con solo 20. Fate girare questa utile informazione”.
A prescindere dal fatto che in tutti i documenti legali è buona norma (quando non obbligatorio) usare la data in formato esteso, tutti i documenti che prevedono una registrazione prevedono anche una datazione estesa al decennio, fin dai tempi del Millennium Bug.
Ma cosa è stato questo Millennium Bug che tanto ha spaventato alla fine del 1999 il mondo informatico e che è passato senza troppi problemi tanto che oggi c’è chi (i complottisti esistono sempre!) crede che non sia mai stato un reale problema ma un’invenzione atta a far spendere solti alle aziende, agli stati ed ai singoli utenti?
Spieghiamo subito che il termine Bug, in informatica, identifica un errore di programmazione e nel caso del Y2K (come veniva chiamato il Millenium Bug) non si trattava di un errore di programmazione ma di una scelta dettata dalle necessità: all’inizio dell’era informatica e dei personal computer la memoria rappresentava una risorsa così, quando si scrivevano le date, per gli anni si pensò di utilizzare solamente le ultime due cifre che componevano l’anno e non tutte e quattro così 1972 si scriveva 72.
Ma cosa sarebbe successo al cambio di data dalla mezzanotte dal 31 dicembre 1999 al 1º gennaio 2000 nei sistemi di elaborazione dati? Il cambio di millennio avrebbe portato a considerare le date 2000 come 1900 e i problemi che si presentavano erano parecchi, dal valore degli interessi maturati alle date dei biglietti aerei, dal noleggio di automobili ai dati anagrafici dei comuni, dai possibili blocchi delle centrali elettriche alla paura di disastri nucleari.
Per rendere un’idea del panico che venne propagato basta pensare che negli stati uniti vi fu un aumento dell’acquisto di armi e che la stessa unione europea istituì una commissione per l’analisi dei rischi dell Y2K (https://.cordis.europa.eu/article/id/13568-commissions-analysis-of-the-y2k-problem).
Oggi sappiamo che il problema del Millenium Bug era noto da tempo ad ingegneri e programmatori, molto prima che diventasse un problema mediatico, e che si iniziò a lavorare per evitarne le catastrofiche conseguenze.
La Microsoft con i suoi sistemi operativi Windows95 e Windows98 era preparata e le patch (una porzione di software progettata appositamente per aggiornare o migliorare un determinato programma) che vennero distribuite furono pochissime, non lo stesso per il vecchio window 3.11 che stava in quel periodo terminando la sua vita operativa e che dovette subire parecchi aggiornamenti; i Bios dei computer vennero aggiornati (quando non lo erano già), mentre per i sistemi Linux non si presentarono problemi.
Dire che però tutto filò liscio come l’olio non è esatto, alcuni problemi vi furono e se non diventarono tragedie fu solo perché l’allerta data permise di avere del personale preparato allo scattare della mezzanotte.
Infatti se alcuni problemi come accadde nello United States Naval Observatory che gestisce l’ora ufficiale del paese e sul Web segnò come data il 1 gennaio 1900, o del cliente di un negozio di noleggio video dello stato di New York si trovò sul conto $ 91.250, possono essere considerati fastidiosi in altri casi si rischiò la catastrofe: la centrale nucleare di Onagawa ebbe qualche problema di raffreddamento che scatenò l'allarme 2 minuti dopo mezzanotte, egli Stati Uniti, il sistema di elaborazione dei messaggi della Guardia costiera venne interrotto, alle Hawaii vi furono interruzioni di corrente.
Più tragico fu quanto accadde a Sheffield, nel Regno Unito, dove ci furono valutazioni errate del rischio per la sindrome di Down inviate a 154 donne gravide e vennero effettuati due aborti come risultato diretto del Y2K (dovuto ad un errore di calcolo dell'età della madre), mentre quattro bambini affetti da sindrome di Down sono nati da madri a cui era stato detto che si trovavano nel gruppo a basso rischio ovvero che le possibilità che succeda una cosa del genere era pari a zero.
A vent’anni di distanza possiamo dire che se il Millenium Bug non ha causato danni catastrofici non fu perché il problema non esisteva o era una bufala, ma perché, seguendo il principio di precauzione, sotto spinta del governo americano che aveva riconosciuto che un singolo governo non sarebbe riuscito a intervenire in prima persona ovunque fosse stato necessario e che il rischio potenziale era troppo elevato per poterlo ignorare, aveva coinvolto tutta la società e altri stati tramite un sistema di cooperazione: era impossibile stabilire a priori quali e quanti danni potevano essere arrecati quindi le istituzioni, mentre si preparavano per ogni evenienza, dovevano informare il pubblico sui rischi, e mettere pressione alle aziende affinché iniziassero una politica per evitare i danni del Y2K.
Anche se non tutti i governi investirono nello stesso modo (l’Italia fu il fanalino di coda nell’Eurozona) la comunicazione e l’allarme di massa aveva funzionate e man mano che si procedeva l’aggiornamento dei software e dei Bios, il rischio si riduceva.
Oggi lo stesso tipo di allarme che vent’anni fa venne dato per il Millenium Bug viene dato per il riscaldamento globale ed il cambiamento climatico: dopo che i tecnici del settore (scienziati, fisici, climatologi, ecc.) hanno per devenni avvertito dei rischi intrinsechi derivati dal climate change anche nell’opinione pubblica si sta sviluppando la preoccupazione per un simile futuro.
Ma mentre per l’Y2K le preoccupazioni erano più tangibili ed economicamente capibili quali il pagamento degli interessi sulle azioni, la sicurezza dei sistemi di difesa statali, la sicurezza dei voli o il corretto funzionamento delle centrali nucleari, per il cambiamento climatico i problemi sono più astratti o a più lunga scadenza e lontani dalla reale percezione.
Se si considerasse il problema del cambiamento climatico come fu considerato alla fine del XX secolo il Millenium Bug sarebbe forse più semplice affrontare risolvere il problema.