Andrea Palladio è l’architetto che nel ‘500 disegna il volto di Vicenza
Il vero nome di Andrea Palladio è Andrea di Pietro della Gondola e nacque a Padova nel 1508 e fu l'architetto più importante della Repubblica Veneta e con il suo stile diede origine ad un intero stile architettonico il palladianesimo. La sua architettura, benché confinata quasi esclusivamente in Veneto divenne famosa in tutta Europa raggiungendo perfino gli Stati Uniti, come dimostra Rotonda dell'Università della Virginia progettata dal 3° presidente degli USA Thomas Jefferson.
Palladio visse principalmente a Vicenza, dove si formò ed in questa città veneta si può, camminando semplicemente tra le vie, assaporare l’armonia delle proporzioni delle sue opere ed il fascino che ha impresso nelle pietre degli edifici: la sua fama presso le istituzioni e le famiglie ricche della città era tale che sembrarono fare a gara per affidargli cantieri.
La Basilica Palladiana sorge nella piazza principale della città. Originariamente edificata da Domenico da Venezia in stile gotico a metà del 1500 venne ristrutturato da Andrea Palladio che aggiunse due ordini di loggiati sovrapposti in stile greco (Ionico e Dorico).
Altri richiami all’antichità si trovano nell’elemento orizzontale sorretto dalle colonne (la trabeazione) che è rivestito con formelle con tre scanalature verticali (triglifi) alternati a formelle decorate (metope).
La basilica rappresenta il monumento simbolo di Vicenza e, a vederne le bianche colonne, le eleganti linee, gli straordinari chiaroscuri delle logge, non si può che non pensare alle parole si Goethe: ” Non è possibile descrivere l’impressione che fa la Basilica di Palladio”.
Il nome Basilica viene dato dal Palladio in omaggio alle strutture della Roma antica, quale luogo dove si discuteva di politica e si trattavano gli affari; in effetti l’edificio originale era il Palazzo della Ragione (in epoca comunale, l'edificio adibito allo svolgimento della pubblica amministrazione), e nel tempo sede delle magistrature pubbliche di Vicenza.
Sempre in piazza dei Signori è possibile ammirare la Loggia del Capitaniato.
Realizzata molti anni dopo la Basilica Palladiana, a questa si contrappone e non v’è più il ricorso all'equilibrato rigore classico dei gli anni precedenti ma, tramite le quattro gigantesche semi colonne di marmo che incorniciano le tre arcate, l’edificio ha il compito di rappresentare la potenza della Repubblica Veneziana: la Loggia era infatti destinato a residenza del capitano cittadino che rappresentava la massima autorità della Repubblica Serenissima a Vicenza.
Sulla trabeazione si può leggere:”JO. BAPTISTAE BERNARDO PRAEFECTO” a ricordo del capitano Bernardo che finanzio parte della costruzione e che ne fu il promotore; negli intercolumni (lo spazio compreso fra due colonne di un colonnato) laterali sono collocate due statue allegoriche che ricordano la grande vittoria di Lepanto alla quale il comune di Vicenza partecipò sia economicamente che tramite l’invio di milizia, mentre dall’altopiano di Asiago venne fatto arrivare il legname per le navi.
Il Teatro Olimpico è indubbiamente l’opera architettonica più iconica di Vicenza e rappresenta il vertice assoluto della creatività di Andrea Palladio che si ispirò dichiaratamente ai teatri romani. Tra le sue peculiarità ha anche quella di essere il teatro coperto più antico al mondo ed è l’ultima realizzazione del grande architetto rinascimentale che, purtroppo, non poté vederne la fine (morì nel 1580 lo stesso anno dell’inizio dei lavori e cinque anni prima della loro conclusione).
Entrare nel teatro e sedersi sui gradini disposti a semicerchio lascia senza fiato il visitatore: l’interno simula l’ambientazione all’aperto dei teatri classici e la particolare rappresentazione delle vie di Tebe che si intravede dai sette ingressi che si dipartono creano l’idea di profondità richiamando alla memoria i teatri aperti greci; questo richiamo agli spazi aperti è accentuato dai tredici gradoni semicircolari dove si accomoda lo spettatore, dove fanno bella vista una serie di colonne sovrastate da statue marmoree ed un cielo dipinto.
Al teatro vero e proprio si accede tramite due ampie sale realizzate da Vincenzo Scamozzi (che è anche autore delle vie di Tebe raffigurate e che portò a termine i lavori dopo la morte del Palladio), l'Odeo e Antiodeo, decorati con affreschi e con un fregio monocromo che riproduce gli allestimenti teatrali curati dall'Accademia Olimpica di Vicenza prima della costruzione del teatro e spettacoli che furono ospitati al suo interno dopo la sua realizzazione.
L'Accademia, fu un circolo culturale nato qualche decennio prima, che intorno al 1580 diede incarico ad Andrea Palladio di realizzare uno spazio per rappresentare le opere teatrali e le cerimonie. Nell’idea dei committenti progetto doveva ispirarsi al modello di teatro “classico” in base alla riscoperta avuta durante il rinascimento degli studi di Vitruvio, e nel contempo fungere da luogo autocelebrativo per l'aristocrazia Vicentina.
Sebbene la storia artistica di Vicenza è strettamente legata al genio creativo di Andrea Palladio la città è da vivere in ogni dettaglio attraverso strade e vicoli che racchiudono un piccolo grande gioiello architettonico in ogni suo angolo, tanto che dal 1994, grazie i contributi alla storia dell’arte dati dal Palladio e la perfetta integrazione tra architettura e urbanistica, la città veneta è entrata nella “world heritage list” dell’UNESCO.
Per chi ama le escursioni enogastronomiche non mancano le occasioni per assaporare la tipica cucina veneta, povera ma ricca di sapori come il baccalà alla vicentina, il formaggio Asiago, o “bruscadoli” tipici asparagi dei Colli Berici.